I have ancestors who were notaries on both sides of my family tree...in all cases during the time of the Kingdom of the Two Sicilies.
Does anyone have an idea of how these men were educated....meaning did they apprentice with a Notary, were they required to obtain a degree of some sort... etc etc?
I also know that with respect to one of them (a 4th GGF) his work is archived at the archivio in Naples and I am looking forward to seeing some of those documents at some point.
Thanks in advance for any insights.
Education of Notaries
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Education of Notaries
TerraLavoro
Re: Education of Notaries
I found the following thread on the forum with some references which might help answer your question. I honestly didn't recall that I had written this. It's always a good idea to use the search option on this website to see if any volunteer has previously answered a question you might now have:
https://www.italiangenealogy.com/forum/ ... logy/27630
https://www.italiangenealogy.com/forum/ ... logy/27630
Re: Education of Notaries
I just found this link which may be useful to you-
http://era.anthropology.ac.uk/Era_Resou ... otary.html
BTW, just so you know, in the link to the old thread that I gave you, there is still a preview of the second book on googlebooks.com, but the preview of the first book is no longer there. I've looked online to see if there was a preview anywhere else, but don't see one. Sorry.
Erudita
http://era.anthropology.ac.uk/Era_Resou ... otary.html
BTW, just so you know, in the link to the old thread that I gave you, there is still a preview of the second book on googlebooks.com, but the preview of the first book is no longer there. I've looked online to see if there was a preview anywhere else, but don't see one. Sorry.
Erudita
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Re: Education of Notaries
Thanks very much Erudita, I had a feeling that you would have some information on this. 

TerraLavoro
Re: Education of Notaries
You're very welcome.
Erudita
Erudita
Re: Education of Notaries
http://foro.romoloromani.it/topic/49917 ... l-passato/
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Ecco come si diventava notai in alcuni stati italiani pre-unitari agli inizi dell'Ottocento.
Con decreto del 3/1/1809,entrato in vigore il 15 settembre 1810, Gioacchino Napoleone, re delle Due Sicilie, emanò il "Regolamento sul notariato" che riproduceva il "Regolamento sul notariato del Regno d'Italia", a sua volta ripreso dalla legge francese del 25 Ventoso anno XI (11 marzo 1803). Nominati a vita dal re, i notai erano obbligati alla residenza nel comune cui venivano assegnati, con la possibilità di stipulare in tutta la provincia di appartenenza. Il loro numero venne fissato in uno ogni 5.000 abitanti a Napoli, uno ogni 2.000 negli altri comuni del Regno, con l'obbligo di rimpiazzare immediatamente l'"ufficio" rimasto vacante.
I requisiti richiesti agli aspiranti notai erano i seguenti: essere cittadini del Regno; aver compiuto i 25 anni di età ed un biennio di pratica presso un notaio in esercizio; godere di fama "di probità e onestà".
L'aspirante presentava la sua petizione corredata della necessaria documentazione al tribunale di appello del circondario di residenza che provvedeva a trasmetterlo alla Camera notarile. Quest'ultima assumeva le necessarie informazioni sulla condotta morale del candidato e sulla diligenza da lui mostrata nell'espletamento della pratica notarile. Solo in caso di giudizio positivo l'aspirante accedeva "all'esperimento di idoneità" dinanzi a due membri della Camera estratti a sorte, a due giusperiti e a due notai della Provincia.
I giusperiti formulavano dei quesiti sul "Codice Napoleone" (Codice civile), "nelle materie più analoghe all'esercizio del notariato".
I notai esaminatori proponevano, invece, la redazione di un testamento e di un rogito comprendente due o più contratti. L'esame proseguiva con uno o due quesiti "sull'arte notariale", mentre un cancelliere annotava domande e risposte. La Camera rimetteva, infine, al Tribunale gli atti originali con i voti riportati dal candidato, per l' approvazione e trasmissione al gran Giudice Ministro della Giustizia.
Da notare che, per iniziare la sua attività, il nuovo notaio doveva dimostrare di possedere un patrimonio ammontante ad almeno 1000 ducati, se assegnato a Napoli, inferiore nel caso di comuni più piccoli. Era inoltre obbligato a depositare sul Banco delle Due Sicilie una cauzione, anch'essa direttamente proporzionale al numero degli abitanti del comune di destinazione.
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Ecco come si diventava notai in alcuni stati italiani pre-unitari agli inizi dell'Ottocento.
Con decreto del 3/1/1809,entrato in vigore il 15 settembre 1810, Gioacchino Napoleone, re delle Due Sicilie, emanò il "Regolamento sul notariato" che riproduceva il "Regolamento sul notariato del Regno d'Italia", a sua volta ripreso dalla legge francese del 25 Ventoso anno XI (11 marzo 1803). Nominati a vita dal re, i notai erano obbligati alla residenza nel comune cui venivano assegnati, con la possibilità di stipulare in tutta la provincia di appartenenza. Il loro numero venne fissato in uno ogni 5.000 abitanti a Napoli, uno ogni 2.000 negli altri comuni del Regno, con l'obbligo di rimpiazzare immediatamente l'"ufficio" rimasto vacante.
I requisiti richiesti agli aspiranti notai erano i seguenti: essere cittadini del Regno; aver compiuto i 25 anni di età ed un biennio di pratica presso un notaio in esercizio; godere di fama "di probità e onestà".
L'aspirante presentava la sua petizione corredata della necessaria documentazione al tribunale di appello del circondario di residenza che provvedeva a trasmetterlo alla Camera notarile. Quest'ultima assumeva le necessarie informazioni sulla condotta morale del candidato e sulla diligenza da lui mostrata nell'espletamento della pratica notarile. Solo in caso di giudizio positivo l'aspirante accedeva "all'esperimento di idoneità" dinanzi a due membri della Camera estratti a sorte, a due giusperiti e a due notai della Provincia.
I giusperiti formulavano dei quesiti sul "Codice Napoleone" (Codice civile), "nelle materie più analoghe all'esercizio del notariato".
I notai esaminatori proponevano, invece, la redazione di un testamento e di un rogito comprendente due o più contratti. L'esame proseguiva con uno o due quesiti "sull'arte notariale", mentre un cancelliere annotava domande e risposte. La Camera rimetteva, infine, al Tribunale gli atti originali con i voti riportati dal candidato, per l' approvazione e trasmissione al gran Giudice Ministro della Giustizia.
Da notare che, per iniziare la sua attività, il nuovo notaio doveva dimostrare di possedere un patrimonio ammontante ad almeno 1000 ducati, se assegnato a Napoli, inferiore nel caso di comuni più piccoli. Era inoltre obbligato a depositare sul Banco delle Due Sicilie una cauzione, anch'essa direttamente proporzionale al numero degli abitanti del comune di destinazione.
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Emilio Lussu: “Che ne sarebbe della civiltà del mondo, se l’ingiusta violenza si potesse sempre imporre senza resistenza?”
Slava Ukraine!
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Re: Education of Notaries
@mmogno Thank you so very much! That is quite a comprehensive explanation, corroborates a number of assumptions.
The posting of the "bond" of 1000 ducati is something I had never heard of before.... I wonder if you have any idea of how large a sum that would have represented?
These gentleman always are referred to as "Il Signor Don" so and so in the records that I have seen.... I guess it was a profession that was comparatively lucrative?
Thanks again.
The posting of the "bond" of 1000 ducati is something I had never heard of before.... I wonder if you have any idea of how large a sum that would have represented?
These gentleman always are referred to as "Il Signor Don" so and so in the records that I have seen.... I guess it was a profession that was comparatively lucrative?
Thanks again.
TerraLavoro
Re: Education of Notaries
https://www.lamoneta.it/topic/87322-il- ... di-napoli/
1 Ducato = 5 Tarì = 10 Carlini = 100 Grana;
"nel 1838, tre mucche e due buoi costavano 206 ducati"
"un dizionario latino-italiano del 1860 edito a Napoli costava grana 70"
1 Ducato = 5 Tarì = 10 Carlini = 100 Grana;
"nel 1838, tre mucche e due buoi costavano 206 ducati"
"un dizionario latino-italiano del 1860 edito a Napoli costava grana 70"
Emilio Lussu: “Che ne sarebbe della civiltà del mondo, se l’ingiusta violenza si potesse sempre imporre senza resistenza?”
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Re: Education of Notaries
Thank you again. The existence of the blog that you found makes me feel better that I’m not alone in my interest in this minutiae. 

TerraLavoro
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Re: Education of Notaries
I'm so glad I searched on Giudice ai Contratti as I was looking for some history on Notaries. My 4th great-grandfather's title was Guidice ai Contratti, and my 2nd great-grandfather was noted as "Notary" in Postiglione, Italy. My family were mayors, landowners and Notaries in Postiglione.